Perché ora ti piace farci cantare, Sheikh Burhanuddin?
Perché oggi tutti pensano, pensano troppo mentre dovrebbero cantare, cantare. Il canto è un modo per purificarci da tutti i carichi che abbiamo accumulato nella nostra vita, da tutte le nostre azioni passate, pensieri passati, emozioni passate. Abbiamo un grande deposito di rabbia dentro, siamo tutti arrabbiati. Tutte le malattie provengono dallo stress, pensare troppo fa male. Siete tutti esausti, ma quando cantate non potete pensare. Siete nella gioia. Siete la gioia.
Cantare vi rende felici, e avete bisogno di una certa dose di felicità per muovervi, e potete andare dovunque così.
I Chisti dicono che se un derviscio non canta né ascolta la musica kawali per tre giorni la sua anima muore.
Per questo motivo cantano. Il derviscio la mattina subito dopo la preghiera ha due possibilità: o canta una canzone o legge una poesia.
Se recitate i Nomi divini, anche migliaia e migliaia di volte, continuate a pensare a qualcos’altro, e questo è il motivo per cui non funzionano con voi. Ma se li cantate, come fanno gli angeli, entreranno molto in profondità dentro di voi. E capirete che dopo un po’ siete completamente sballati.
L’ego vuole il dolore, e il canto è contro il dolore. Viviamo in un tempo in cui c’è molto ego e così la nostra società è diventata muta. Le donne non cantano più, neppure gli uomini, e i bambini cantano meno. E quel silenzio non è un silenzio felice. E’ un silenzio oppresso e non vi sentite più a vostro agio e non volete più cantare. Non volete uscire dal vostro dramma, volete mantenerlo. Pensate di voler essere felici, ma la verità è che non volete essere felici. Allora cantate. E siate felici!