2) Osservare i propri passi (Nazar bar qadam)
Significa mantenere gli occhi abbassati mentre si cammina, essere attenti ad ogni passo che si compie. Vuol dire anche essere presenti e riconoscere quando è il momento giusto per agire. Non è facile osservare questo principio ma riuscirvi genera un effetto molto potente.
Uomini e donne, soprattutto se giovani, quando camminano per strada si guardano continuamente intorno perché desiderano essere riconosciuti e ricevere delle conferme.
La consapevolezza che abbiamo di noi stessi è dominata dalla sessualità. Veniamo bombardati da immagini che condizionano il nostro modo di vestire, di muoverci, di comportarci. Esse hanno plasmato una nuova immagine di noi stessi e rappresentano una delle cause di maggiore spreco di energia.
Il derviscio rifiuta questo meccanismo: dal momento in cui esce di casa guarda solo in basso. Rilassa lo sguardo e smette di ispezionare tutto ciò che gli sta intorno. Questo è un lavoro spirituale.
All’inizio certo avvertirà la paura di perdere il controllo e un senso di impotenza, di solitudine. Tuttavia, già dopo una giornata di pratica, il suo livello energetico e la sua consapevolezza aumenteranno.
Il segreto dell’efficacia dell’esercizio risiede in una intenzione chiara e nella costanza del praticante.
(da: S. Burhanuddin Herrmann, “IL SUFISMO. Mistica, Spiritualità e pratica, Armenia, 2° edizione 2015, Milano)