È importante cercare la connessione con Dio, perché esiste solo Lui. Nella preghiera apriamo le mani verso l’alto, inspiriamo e riceviamo una connessione con il Superiore. Per un momento diventiamo silenziosi e permettiamo che la nostra immagine venga fissata, come in una fotografia; è un baleno, e poi espiriamo. Il contatto è stabilito e il Divino saprà di che cosa abbiamo bisogno. È il modo più facile per trovare la giusta direzione.
La preghiera ci permette di essere sempre consapevoli di dove siamo. Essa ci fa distendere le braccia: in quel momento l’energia universale entra dentro di noi.
Se invece di aprire le mani creiamo un desiderio, sarà praticamente impossibile connettersi con il Superiore perché ogni desiderio vuole stringere qualcosa.
Esso porta sempre con sé la gioia di poter abbracciare l’oggetto del nostro desiderio, mista però al dolore che proviene dalla consapevolezza
che ciò che abbracciamo è sempre troppo piccolo, e che nel prossimo desiderio vorremo un po’ di più. È una catena senza fine e senza sapore.
È la natura del desiderio.