Per poter guidare il discepolo lo Sheikh deve sapere solo una cosa: dove egli si trovi in termini spirituali. Solo se conosce la sua posizione, può condurlo a destinazione. Se non sa vedere, può anche conoscere a menadito tutti i classici e l’intero Corano a memoria, ma ciò non sarà di alcun aiuto per il discepolo.
Questa è la differenza tra un vero Sheikh e un bravo insegnante.
Il discepolo ha già stipulato un accordo con il maestro in Cielo. Il suo nome è scritto nella lista di discepoli dello Sheikh, essa è preservata nei registri divini.
L’appartenenza alla lista è visibile: è rappresentata da una luce sulla testa del discepolo. Se lo Sheikh può scorgerla, lo chiama direttamente.
Non importa quanto lo studente ci metterà, prima o poi dovrà raggiungerlo. Non potrà resistere.
I maestri Naqshbandi conoscono esattamente il numero dei loro studenti e lo mantengono limitato. Non si possono guidare le masse e trasmettere la conoscenza ad ognuno, non funzionerebbe.
L’insegnamento mistico viene trasmesso in circoli, nel nostro caso sette, come nelle sfere celesti.