Nella via Sufi esistono una pratica individuale e una pratica comunitaria. Il motto principale della nostra via è: “Il nostro cammino è basato sul riunirsi e ogni bene viene dalla congregazione”.
Ti incontri con un gruppo non perché ami ritrovarti con le persone che lo compongono, per l’evento «orizzontale», ma perché sai che questi incontri potrebbero aprire una porta su un livello più elevato, consolidare le energie che puntano in alto, alla verticalità, alla connessione con Dio.
Non si tratta solo di ciò che puoi ottenere da un incontro, ma anche del contributo che puoi dare: in te ci può essere qualcosa di prezioso per gli altri. Ci riuniamo perché siamo accomunati dalla stessa intenzione. Non siamo necessariamente amici o attratti in modo speciale l’uno dall’altro: il beneficio consiste nel potersi riflettere negli altri.
Imparare ad accettare tutti, ha un effetto molto importante sulla tua vita quotidiana: ogni gruppo rappresenta l’intera umanità, in ogni suo aspetto. E se puoi accettare ogni singola persona del gruppo, allora sei pronto per accettare l’umanità intera. Questo è un passo spirituale. Così arrivi alla pace. È la tua vera esperienza nella via Sufi. Inoltre per il maestro è più facile raggiungerti, tenerti d’occhio a distanza: se fai parte di un gruppo, sa sempre dove trovarti.
In una confraternita derviscia commettere errori è un tuo diritto umano. E dobbiamo accettarlo, altrimenti non sarebbe una confraternita. Ognuno viene così com’è. Noi non parliamo degli errori, non critichiamo gli altri per quanto possiamo. Non ci concentriamo sulla personalità. Quello che cerchiamo di fare è di sostenerci l’un l’altro nella via.
L’amicizia va bene, ma essere fratelli e sorelle è più profondo. I tuoi amici sono il gruppo meno prezioso perché li hai scelti tu, tra di voi vige l’accordo di compiacersi l’un l’altro e di confermarsi reciprocamente. Ma questo non serve a progredire nella via. Incontrare i tuoi amici significa semplicemente confermare la tua personalità. Rumi disse: «Stai attento con gli amici, non ti dicono mai la verità».