GLI 11 PRINCIPI NAQSHBANDI

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Hazrat ‘Abdul Khaliq al-Ghujdawani (q.a.s.)  coniò le seguenti frasi che sono adesso considerate I principi dell’Ordine Sufi Naqshbandi. Shah Bahuddin Naqshbandi (q.a.s.) aggiunse gli ultimi tre:

1. Respiro cosciente (“Hosh dar dam“)
Hosh vuol dire “mente.” Dar vuol dire “interno.” Dam “respiro.”  Significa, secondo Abdul Khaliq al-Ghujdawani (q), che:
“il cercatore saggio deve salvaguardare il proprio respiro dalla mancanza di controllo, espirare ed inspirare, mantenendo il proprio cuore sempre alla Presenza Divina; e deve rivivere il suo respiro con devozione e servizio, inviando questa adorazione al Proprio Signore pieno di vita, dato che ogni respiro esalato e inalato con Presenza è vivo e connesso con la Presenza Divina. Ogni respiro inalato e esalato senza pensarci è morto, disconnesso dalla Presenza Divina.”

Ubaidullah al-Ahrar (q) disse, “la missione più importante per il cercatore è in questo Ordine di salvaguardare il proprio respiro, se non ci riesce si dirà di lui che ‘ha perso sé stesso ‘”

Shah Naqshband (q) disse, “Questo Ordine è costruito sul respiro. Pertanto è un dovere salvaguardare il proprio respiro nel momento dell’esalazione e dell’inalazione e oltre a ciò, salvaguardare il proprio respiro nell’intervallo tra l’inalazione e l’esalazione.”

Shaikh Abul Janab Najmuddin al-Kubra disse nel suo libro, Fawatih al-Jamal, “Lo Dhikr fluisce nel corpo di ogni singola creatura vivente attraverso la necessità del loro respiro — anche senza volontà – come segno d’obbedienza, che fa parte della loro creazione. Attraverso il loro respiro, il suono della lettera  “Ha” del Nome Divino Allah è fatto con ogni esalazione e inalazione ed è un segno dell’Essenza Celata che serve ad enfatizzare l’Unicità di Dio. Pertanto è necessario essere presenti in quel respiro, per realizzare l’Essenza del Creatore.”

Il nome ‘Allah’ che comprende i novantanove Nomi e Attributi è formato da Quattro lettere, Alif, Lam, Lam e la stessa Hah (ALLAH). La gente Sufi dice che l’assoluta Essenza celata di Allah Esaltato e Onnipotente si esprime nell’ultima lettera vocalizzata con l’Alif, “Ha.” Essa rappresenta l’Assolutamente Celato “l’Identità “ di Dio Elevato (Ghayb al-Huwiyya al-Mutlaqa lillah ‘azza wa jall). La prima Lam è per amore dell’identificazione (tacrif) e la seconda Lam è per amore dell’enfasi (mubalagha).

Salvaguardare il tuo respiro dall’insensatezza ti porterà ad una Presenza completa, ed una Presenza completa ti porterà ad una Visione completa, e una completa Visione ti porterà ad una completa Manifestazione dei Novantanove Nomi di Allah e degli Attributi. Allah ti conduce alla Manifestazione dei suoi Novantanove Nomi e Attributi e tutti I Suoi altri Attributi, dato che si dice, “Gli Attributi di Allah sono tanti quanti i respiri degli esseri umani.”

Deve essere noto a tutti che prevenire il respiro dall’insensatezza è difficile per i ricercatori. Pertanto devono essere attenti a cercare il perdono (istighfar) dato che cercare il perdono purifica e santifica e prepara il cercatore alla Manifestazione Reale di Allah ovunque.

2. Osserva il tuo passo (“Nazar bar qadam“)
Vuol dire che il cercatore mentre cammina deve mantenere lo sguardo sul proprio piede. Ovunque stia per appoggiare il piede, il suo sguardo deve trovarsi là. Non è permesso di gettare sguardi qua e là, osservando a destra e a sinistra o davanti a lui, dato che gli sguardi non necessari velano il cuore. La maggior parte dei veli sul cuore sono creati da immagini che si trasmettano dai tuoi occhi alla tua mente durante la tua vita quotidiana. Ciò può disturbare il tuo cuore con turbolenza a causa dei vari tipi di desideri che si stampano nella tua mente . Queste immagini sono come veli sul cuore. Impediscono la Luce della Presenza Divina. Questo è la ragione per cui i santi Sufi non permettono ai loro seguaci, che hanno purificato il proprio cuore con lo Dhikr costante, di guardare altro dai loro piedi. I loro cuori sono come specchi, che riflettono e ricevono ogni immagine facilmente. Questo può distrarli e recare impurità ai loro cuori. Pertanto è ordinato al cercatore di abbassare il suo sguardo per non essere assalito dalle frecce dei diavoli.

Abbassare lo sguardo è anche segno di umiltà; la gente orgogliosa e arrogante non guarda mai i propri passi. È anche un indicazione che uno sta seguendo i passi del Profeta , che quando camminava non era solito guardare a sinistra e a destra, ma osservava solo i propri passi, muovendosi fermo verso la propria destinazione. È anche segno di uno stato elevato, quando il cercatore non guarda niente tranne il suo Signore. Come chi intenda raggiungere rapidamente una destinazione, così il cercatore della Presenza Divina di Allah si muove rapidamente senza guardare a destra o a sinistra, senza osservare i desideri di questo mondo, ma cercando solo la Presenza Divina.

Imam ar-Rabbani Ahmad al-Faruqi (q) disse nella 295ma lettera del suo Maktubat:
“Lo sguardo precede il passo e il passo segue lo sguardo. L’ascensione allo stato. L’Ascensione allo stato elevato avviene per primo attraverso la Visione, seguita dal Passo. Una volta che il Passo raggiunge il livello dell’Ascensione dello Sguardo, allora lo Sguardo verrà innalzato ad un altro stato, in cui il Passò seguirà a sua volta. Quindi lo Sguardo sarà sollevato ancora più in alto e il Passo seguirà a sua volta. E così via, finché lo Sguardo giunga ad uno stato di Perfezione in cui spingerà il Passo. Diciamo, “Quando il Passo segue lo Sguardo, il murid ha raggiunto lo stato di Disponibilità nell’avvicinarsi ai Passi del Profeta, pace su di lui. Pertanto i Passi del Profeta sono considerati l’Origine di tutti i passi.”

Shah Naqshband (q) disse, “Se osservassimo gli errori dei nostri amici, resteremmo senza amici,  dato che nessuno è perfetto.”

3. Il viaggio verso casa (“safar dar watan“)

Significa viaggiare verso la propria terra natale. Vuol dire che il cercatore si sposta dal mondo della creazione al mondo del Creatore. È riportato che il Profeta  disse, “Sto andando dal mio Signore da uno stato ad uno stato migliore e da una stazione ad una più alta.” È detto che il cercatore deve viaggiare dal Desiderio per il proibito al Desiderio della Presenza Divina.
L’Ordine Sufi Naqshbandi divide questo viaggio in due categorie. Il primo è il viaggio esteriore e il secondo è quello interiore. Il viaggio esteriore è viaggiare da una terra all’altra in cerca della guida perfetta che vi prenda sotto sé e vi diriga verso la vostra destinazione. Questo vi renderà in grado di muovervi nella seconda categoria, il viaggio interiore. I cercatori, una volta trovata una guida perfetta, non possono compiere un altro viaggio esteriore. Nel viaggio esteriore vi sono molte difficoltà che i principianti non possono affrontare senza cadere in azioni proibite, dato che sono deboli nelle loro pratiche.

La seconda categoria è il viaggio esteriore. Il viaggio interiore richiede al cercatore di abbandonare le proprie abitudini e muoversi verso modi più elevati, gettando via dal proprio cuore ogni desiderio mondano. Sarà sollevato da uno stato di sporcizia a uno di purezza. In quel momento non necessiterà più di alcun viaggio interiore. Avrà purificato il suo cuore, rendendolo puro come l’acqua, trasparente come il cristallo, pulito come uno specchio, che mostra le realtà di ogni questione nell’essenza per la sua vita quotidiana, senza alcun bisogno di azioni esteriori da parte sua. Nel suo cuore apparirà tutto quel che è necessario per la sua vita e per quella di coloro che lo circondano.

4. Solitudine nella Folla(“khalwat dar anjuman“)

Khalwat” vuol dire ritiro. Significa, stare esteriormente con gli altri, restando interiormente con Dio. Vi sono anche qui due tipi di ritiro. Il primo è il ritiro esteriore e il secondo è quello interiore.

Il ritiro esteriore richiede che il cercatore si ritiri in un luogo privato, lontano dalla gente. Stando lì con sé stesso, si concentra sullo Dhikrullah, il ricordo di Dio, in modo di raggiungere uno stato in cui il Regno dei Cieli si riveli. Quando incateni i sensi esteriori, i tuoi sensi interiori saranno liberi di raggiungere il Regno dei Cieli. Questo ti condurrà alla seconda categoria; il ritiro interiore.

Il ritiro interiore vuol dire ritiro tra la gente. All’interno del proprio cuore il cercatore deve essere presente con il suo Signore e assente dal Creato, pur restanto fisicamente in esso. Si dice: ” Il cercatore sarà così profondamente coinvolto nello Dhikr silenzioso del proprio cuore che, anche se entrassero una folla di persone, egli non udrebbe le loro voci. Lo stato dello Dhikr lo sovrasta. La manifestazione della Presenza Divina lo spinge ad essere consapevole del proprio Signore e di nient’altro. questo è il livello più elevato di ritiro , e viene considerato il vero ritiro, come menzionato dal Santo Corano:“Genti che né affare né commercio distraggono dalla “rammemorazione” di Dio” [24:37]. Questa è la via dell’ordine Naqshbandi.

Il ritiro primario degli Sheikhs Naqshbandi è quello interiore. Sono con il loro Signore e simultaneamente stanno con la gente. Come disse il Profeta,saws, ” Ho due volti; uno innanzi al mio Signore e l’altro davanti alla creazione.” Shah Naqshband enfatizzò il bene del riunirsi quando affermò: Tariqatuna as-suhbat wa-l-khairu fil-jam’iyyat (“La nostra Via è nella Compagnia, e il Bene deriva dal ritrovarsi in gruppo”).

Si dice che il credente che possa aver a che fare con la gente e sopportare le loro difficoltà sia migliore del credente che si tiene lontano dagli altri. Su questo punto delicato l’Imam Rabbani disse,

“Deve essere noto che il cercatore all’inizio debba utilizzare il ritiro esteriore per isolarsi dalla gente, praticare e concentrare su Allah, Onnipotente e Lodato, finchè non abbia raggiunto uno stato più elevato. In quel momento sarà consigliato dal proprio sheikh, con le parole di Sayyid al-Kharraz, ‘la Perfezione non è mostrare i propri poteri miracolosi, ma è sedersi tra la gente, comprare e vendere, sposarsi e avere figli; e nonostante questo non lasciare la presenza di Allah neppure per un momento.”

5. Ricordo Essenziale (“yad kard“)
Il significato di ‘Yad’ è Dhikr. Mentre “kard” è l’essenza di Dhikr. Il cercatore deve fare Dhikr con la negazione e l’affermazione sulla propria lingua finché non abbia raggiunto lo stato della contemplazione del suo cuore (muraqaba). Quello stato si otterrà recitando ogni giorno la negazione (LA ILAHA) e l’affermazione (ILLALLAH) con la lingua, tra le 5,000 e le 10,000 volte, rimuovendo dal proprio cuore gli elementi che lo appannano e lo impolverano. Questo dhikr ripulisce il cuore e porta il cercatore nello stato della Manifestazione. Deve mantenere questo dhikr quotidianamente, sia con il cuore che con la lingua, ripetendo ALLAH, il nome dell’Essenza di Dio che racchiude in sé ogni altro nome e Attributo, o attraverso la negazione e l’affermazione attraverso la recitazione di LA ILAHA ILLALLAH.

Questo Dhikr quotidiano porterà il cercatore alla presenza perfetta dell’Uno Che è glorificato.
Lo Dhikr di negazione e affermazione, secondo il modo dei Maestri Sufi Naqshbandi, richiede che il cercatore chiuda i suoi occhi, la bocca, stringa i denti, accosti la propria lingua al palato, e trattenga il respiro. Deve recitare lo Dhikr attraverso il cuore, con la negazione e l’affermazione, iniziando dalla parola LA (“Non”). Fa risalire questo “No” da sotto l’ombelico fin sopra al suo cervello. Una volta che la parola “Non” ha raggiunto il suo cervello, egli emette la parola ILAHA (“dio”), spostandola dal cervello alla spalla sinistra e colpisce il cuore con ILLALLAH (“eccetto Il Dio”). Quando quella parola colpisce il cuore la propria energia e il calore si irradia ad ogni parte del corpo . il cercatore che ha negato tutto ciò che esiste in questo mondo con le parole LA ILAHA, afferma con le parole ILLALLAH che tutto l’esistente è stato annullato nella Presenza Divina.

Il cercatore ripete questo in ogni respiro, inalando e esalando, sempre facendolo arrivare al cuore, secondo il numero di volte prescrittogli dal proprio sheikh. Il cercatore raggiungerà probabilmente lo stato in cui in un respiro può ripetere LA ILAHA ILLALLAH ventitre volte. Un perfetto sheikh può ripetere LA ILAHA ILLALLAH un’infinità di volte in ogni respiro. Il significato di questa pratica è che l’unico scopo è ALLAH e non vi è altro scopo.

Osservare la Presenza Divina come l’Unica Esistenza dopo tutto ciò, riporta nel cuore del murid l’amore del Profeta e in quel momento recita, MUHAMMADUN RASULULLAH (“Muhammad è il Profeta di Dio”) che è il cuore della Presenza Divina.

6. Ritornare (“baz gasht“)
Questo è uno stato in cui il cercatore, che fa lo Dhikr con la negazione e l’affermazione, giunge a comprendere la frase del Santo Profeta , ilahi anta maqsusdi wa ridaka matlubi (“Oh mio Dio, Tu sei la mia Mèta e il Tuo Buon Piacere è il mio scopo.”). Recitando questa frase aumenterà nel cercatore la consapevolezza dell’Unicità di Dio, fino a raggiungere lo stato in cui l’esistenza di tutta la creazione svanisce dai suoi occhi. Tutto quel che vede, ovunque egli osservi, si trova l’Assoluto. I murids Naqshbandi recitano questa sorta di dhikr per estrarre dai propri cuori il segreto dell’Unicità, e per aprire sé stessi alla Realtà dell’Unica Presenza Divina. Il principiante non dovrà abbandonare questo dhikr prima di aver trovato il suo potere nel cuore. Deve continuare a recitarlo, imitando il proprio Sheikh, dato che il Profeta  disse, “Chiunque imiti un gruppo di persone, apparterrà a loro.” E chiunque imiti il proprio insegnante troverà un qualche giorno questo segreto rivelato nel proprio cuore.

Il significato della frase”baz gasht” è il ritorno ad Allah Elevato e Onnipotente mostrando un completo abbandono e sottomissione alla Sua Volontà, e totale umiltà nel donar Lui tutte le dovute lodi. Questo è il motivo per cui il Santo Profeta menzionò nella sua invocazione,ma dhakarnaka haqqa dhikrika ya Madhkur (“Non ci ricordiamo di Te, quanto Tu meriti di esser ricordato, Oh Allah”). Il cercatore non può giungere alla presenza di Allah nel proprio dhikr, e non può manifestare i Segreti e gli Attributi di Allah nel suo dhikr, se non compie lo dhikr con il Sostegno di Allah e con il Ricordo che Allah ha di lui. Come disse Bayazid: “Quando Lo raggiunsi vidi che il Suo ricordo di me procedeva il mio ricordo di Lui.” Il cercatore non può fare dhikr da solo. Deve riconoscere che Allah sta facendo dhikr tramite lui.

7. Attenzione(“nigah dasht“)

Nigah” significa sguardo. Vuol dire che il cercatore deve osservare il proprio cuore e salvaguardarlo, prevenendo l’entrata di cattivi pensieri. Le inclinazione cattive impediscono al cuore di ricongiungersi con il Divino. È noto nella Naqshbandiyya che quando il cercatore riesce a salvaguardare il proprio cuore dalle cattive inclinazioni per quindici minuti ha raggiunto un grande traguardo. Dato che potrà esser considerato un vero Sufi. Sufismo è il potere di salvaguardare il cuore dai cattivi pensieri e proteggerlo dalle inclinazioni inferiori. Chiunque raggiunga queste due mete, conoscerà il suo cuore, e chiunque conosce il proprio cuore, conosce il proprio Signore.

Il Santo Profeta  ha detto, “Chiunque conosce sé stesso, conosce il proprio Signore.”

Uno sheikh sufi disse, “Per aver salvaguardato il mio cuore per dieci notti, il mio cuore ha salvaguardato me per venti anni.”

Abu Bakr al-Qaittani disse, ” Sono stato a guardia alla porta del mio cuore per 40 anni, e non l’ho mai aperta a nessuno tranne ad Allah, Onnipotente e Esaltato, fino al punto in cui il mio cuore non conosceva nessuno tranne Allah, Onnipotente e Esaltato.”

Abul Hassan al-Kharqani disse, “Sono 40 anni che Allah osserva il mio cuore e non ha mai visto nessuno tranne Sé Stesso. E non c’è posto per nessuno nel mio cuore tranne Allah.”

8. Memoria (“yada dasht“)

Vuol che chi recita lo dhikr salvaguarda il proprio cuore con la negazione e l’affermazione in ogni respiro senza abbandonare la Presenza di Allah Onnipotente ed  Esaltato. Richiede al cercatore di mantenere il proprio cuore continuamente alla Presenza Divina di Allah. Questo gli permette di realizzare e manifestare la Luce dell’Unica Essenza (anwar adh-dhat al-Ahadiyya) di Dio. Quindi riesce a liberarsi di tre delle quattro forme diverse di pensiero: i pensieri egoistici, i pensieri cattivi e i pensieri angelici, mantenendo e affermando unicamente la quarta forma di pensiero gli haqqani o pensieri di verità. Ciò lo porterà al più alto stato di perfezione, scartando tutto l’immaginario e abbracciando solo la Realtà che è l’Unicità di Allah, Onnipotente e Esaltato.

9. Consapevolezza del Tempo (“Wuquf Zamani”)

Significa osservare la propria presenza ed esaminare la propria tendenza alla distrazione. Il cercatore deve sapere quanto tempo ha trascorso muovendosi verso la maturità spirituale e deve riconoscere in che posto è arrivato nel suo viaggio verso la Divina Presenza.

Il cercatore deve fare progressi con tutti i suoi sforzi. Deve spendere tutto il suo tempo nel rendere come unico suo scopo l’arrivo alla stazione dell’Amore Divino e della Presenza Divina. Egli deve diventare consapevole che in tutti i suoi sforzi e in tutte le sue azioni Dio è il Testimone di ogni minimo dettaglio.

Il cercatore deve mantenere il conto delle sue azioni e intenzioni ogni giorno e ogni notte ed analizzare le sue azioni ogni ora, ogni minuto ed ogni momento. Se sono buone, ringrazia Dio per questo. Se sono cattive, egli si pente e chiede il perdono di Allah.

Ya’qub al-Charki riporta che il suo maestro, Ala’uddin al-Attar disse: “Nello stato di depressione devi recitare istighfar (chiedere perdono) fino all’eccesso, e in stato di euforia lodare invece Allah fino all’eccesso.” E poi disse: “Prendere in considerazione questi due stati, contrazione ed espansione, è il significato di wuquf zamani .”

Shah Naqshband (Q.s.) spiegò questo stato dicendo, “Devi essere consapevole di te stesso. Se stavi seguendo la shari’a allora ringrazia Allah, altrimenti chiedi perdono.”

Ciò che è importante per il cercatore in questo stato è di mantenere al sicuro il più piccolo periodo di tempo. Egli deve montare la guardia su se stesso e giudicare se era in Presenza Divina o se in presenza del suo ego, in ogni momento della sua vita.

Shah Naqshband (Q.s.) disse: “Devi valutare come trascorri ogni istante: con Presenza o in Negligenza.”

10. Consapevolezza dei Numeri (“Wuquf ‘adadi”)

Questo significa che il cercatore che sta recitando lo dhikr deve osservare il numero esatto di ripetizioni che portano allo silenzioso dhikr del cuore. Tenere il conto dello dhikr non è tanto per il conto in sé, ma piuttosto ai fine di proteggere il cuore da cattivi pensieri. Inoltre, causa una concentrazione maggiore nello sforzo di raggiungere il più rapidamente possibile il numero di ripetizioni prescritte dallo shaikh.

Il pilastro dello dhikr contato è di portare il cuore alla presenza dell’Uno che è menzionato in quello dhikr. Contare, uno alla volta, porta l’attenzione alla realizzazione che ognuno ha bisogno di quell’Uno i cui Segni sono evidenti in ogni creazione.

Shah Naqshband (Q.s.) disse: “L’osservanza dei numeri nello dhikr è il primo passo verso lo stato di acquisizione di Conoscenza Celeste ( ilm ul-ladunni )”. Questo significa che contare porta ciascuno a riconoscere che soltanto l’Uno è necessario per la vita. Tutte le equazioni matematiche hanno bisogno del numero Uno. Tutta la creazione ha bisogno dell’unico Uno.

11. Consapevolezza del Cuore (“Wuquf Qalbi”)

Ciò significa dirigere il cuore del cercatore verso la Divina Presenza, laddove non vedrà altro che il suo Amato. Significa sperimentare la Sua Manifestazione in tutti gli stati. Ubaidullah al-Ahrar disse: “Lo stato di Consapevolezza del Cuore è lo stato di essere presente alla Divina Presenza in una tal maniera che non puoi guardare nessun altro che Lui.”

In un tale stato uno concentra il posto dello Dhikr dentro il cuore, perché questo è il centro del potere. Tutti i pensieri ed ispirazioni, buoni e cattivi, sono percepiti e appaiono uno dopo l’altro, rincorrendosi e alternandosi, muovendosi tra luce e buio, in constante rivoluzione, proprio dentro al cuore. Lo Dhikr è necessario per controllare e ridurre questa turbolenza del cuore.